Skinheads di John King si presenta come un vero e proprio classico per quanto riguarda la cultura skinhead, tanto quanto i libri di Richard Allen. Seguendo la vita quotidiana di una famiglia, che annovera tre generazioni di skinheads. C'è Terry, un original skin, e poi suo figlio Lol e suo nipote, Nutty Ray. La storia, che si svolge ai giorni nostri, va avanti e indietro nel tempo, pescando fino alla fine degli anni '60, oltre negli anni '70 e '80. Il libro lambisce problemi sociali scomodi, spesso evitati, e fra questi: razzismo da parte della polizia, abuso di droghe e sistema classista. Ci sono molti riferimenti alla musica Oi, anche se il libro si focalizza particolarmente su ska, skinhead reggae e Chelsea Football Club, e su come l'essere skinhead sia diventato uno stile di vita per i vari personaggi. Non si tratta in alcun modo di una lettura leggera, ma John King scrive come parla (o cerca di). L'unico problema a volte è rappresentato dal rischio di perdere l'orientamento quando si fanno balzi nel tempo da un'era all'altra. Non parla molto degli anni '80 ma c'è molto su Terry e la sua giovinezza. King cattura perfettamente l'essenza di cosa voleva dire essere un giovane skinhead nei tardi anni '60 a Londra.
Inoltrato da Alessandro Meloni:
Letto 4 anni fa, appena uscito. Ragazzi leggetelo tutti. Forse vi stupirà il linguaggio più ricercato e la grammatica più fluida rispetto allo slangatissimo The Football Factory o la storia non proprio come ce la possiamo aspettare...sicuramente una maturazione di King sia sul piano dei contenuti che del linguaggio. E adesso che Boogaloo l'ha tradotto in Italiano non avete più scuse! Riporto uno stralcio della recensione del 2008 che pubblicammo sulla defunta Rudeness Webzine:
"La storia è ambientata a Slough, sobborgo londinese del Nord Ovest, famigerata (soprattutto grazie ai romanzi di King) zona Chelsea. Attraverso i personaggi, ma soprattutto attraverso il protagonista Terry, King racconta in maniera puntuale lo stile, l’attitudine, la musica e fatti realmente successi che hanno fatto la storia di una delle sottoculture Made in England per eccellenza. Usando la figura di Ray il Pazzo si affronta l’intricato discorso delle Terraces inglesi nei loro anni più caldi sino ai giorni nostri: curioso l’incontro tra Ray e i vari personaggi di un altro dei suoi precedenti romanzi all’interno di un pub, facile indovinare chi, prima di una partita dei Blues. John King con questo libro ha raggiunto quella maturità lessicale che mancava a libri come The Football Factory senza sacrificare la classica parlata Londinese pane quotidiano delle sue fatiche. Il romanzo scorre bene, abbastanza pulito e con qualche segno di punteggiatura in più che aiuta molto il lettore non Inglese. La colonna sonora (si perché questo è un libro con la colonna sonora) è fatta di Liquidator e altri pezzi frutto del genio dei mostri sacri del reggae come Skinhead Girl dei Symarip, che riaffiora ogni volta che Terry…ogni volta che vi leggete il libro, questa non ve la svelo!, o Israelites di Desmond Dekker."
L'odore dei Doc appena lucidati, il "flap" delle bretelle ed il ronzio della macchinetta. In sottofondo " Liquidator " di Harry J. Sembra quasi di essere li. "Skinheads" di John King non è un libro è Il libro. " Rage and love " tre semplici parole indelebili sulla pelle di Hawkins che descrivono in pieno i protagonisti. Dopo giorni, settimane e mesi di tortura finalmente è tra le mie mani. Metto su un thè verde, mi sdraio sul divano e mi immergo nella lettura, più si brama un oggetto maggiore è l'aspettativa. Il libro scivola via in totale leggerezza. King con la sua solita maestria narrante riesce a rubarmi un emozione dietro l'altra. Si narra di tre uomini figli di generazioni differenti che hanno vissuto direttamente o indirettamente la più british delle culture. Stile inglese per gli inglesi. Terry con la sua storia d'amore, il suo stile sixtynine accompagnato da vestiti eleganti e musica in levare che combatte un brutto male mentre dona la vita ad un vecchio pub per soldati ormai chiuso da decenni ed infestato da topi e coperto da polvere. Nutty Ray abbandonato dalla moglie per colpa del suo continuo usare la violenza come valvola di sfogo, figlio del 79, chiuso dentro il suo bomber a lasciar fare da colonna sonora alla propria vita quel suono grezzo chiamato Oi! Ed infine il piccolo Lol, un ragazzo qualunque che si può incontrare in un Mc Donald's di Londra cresciuto sognando Los Angeles e guardando MTV. Il tutto in un continuo spaziotempo che mischia sensazioni a ricordi, passato e presente, esaltando ogni aspetto, ogni singola fase di ciascuna vita. Giunto alla fine, chiudendo il libro, mi sono chiesto la motivazione per cui, forse il più bel libro scritto da King, avesse faticato ad arrivare nelle nostre librerie. La risposta è alquanto semplice. Non c'è un singolo momento che si possa strumentalizzare. Per anni in Italia chiunque ha tirato acqua al proprio mulino e "Skinheads" è il punto di non ritorno. La verità nuda e cruda che in pochi vorrebbero sentire che può arrivare alle orecchie di tutti poichè chiunque vi può trovare un legame al suo interno, che sia la musica, il football, il look o semplicemente una storia. Chiudo consigliandolo a chiunque abbia la passione della lettura e sopratutto a chi, come me, ha portato o porta la testa rasata. Complimenti a Roger per la traduzione, alquanto difficile, ed alla Boogaloo Publishing per averci fatto un regalo di cui sicuramente non ci scorderemo. Angelino