Titolo Libro: SUPER SYSTEM 2

Recensione: Recensione apparsa su Assopoker.com

Quando ho visto il numero 2 di fianco ad un titolo che già conoscevo molto bene, ho subito pensato ad un seguito. Super System può tranquillamente essere considerato il primo libro ad avere un sequel (non mi pare, infatti, di aver visto sugli scaffali delle librerie un Theory of Poker 2), e potete aspettarvi da esso quello che vi aspettereste dal secondo capitolo di un qualunque film di Hollywood: non innovativo come l’originale, ma semplicemente aggiornato con qualche nuovo effetto speciale. La prima cosa che noterete del Super System 2 è la sua corposità in termini di pagine. Considerando tutte le introduzioni, le varie strategie, i racconti e gli aneddoti sul clan Brunson, le pagine in tutto sono 670. Francamente più della metà di esse potevano essere tranquillamente tagliate senza intaccare minimamente il valore complessivo del testo. Le parti riguardanti la vita di Doyle Brunson e le sue strategie per vincere nel cash game no-limit erano già state inserite nel primo volume, quindi bastava un semplice riferimento a quest’altro testo. Invece Brunson ha voluto riproporle ancora una volta e per chi le ha già lette non resta altro che saltare questa parte ed andare direttamente ai nuovi contenuti. Ci sono sicuramente delle buone cose nel System 2. La sezione sull’hold-em limit, curata da Jennifer Harman, può essere forse considerata la migliore mai scritta finora. Non solo ci presenta nuove idee e ottimi consigli, ma lo fa in una maniera così chiara e precisa da far impallidire lo Sklansky dei giorni migliori. Una cosa è avere un coach che ti strilla nelle orecchie e un conto è averne uno che ti tratta come una persona intelligente, con poca esperienza ma con tanta voglia d’imparare. Anche altre sezioni sono degne di nota. La parte riguardante l’Omaha eight-or-better, scritta da Bobby Baldwin, in collaborazione con il giocatore di fama mondiale Mark Gregorich, potrebbe diventare il testo di riferimento per una delle variante di poker più in voga del momento. La parte curata da Daniel Negreanu sul triple draw è un buon punto di partenza anche se il gioco è poco conosciuto e praticato, e il seven-card stud eight-or-better di Todd Brunson contiene informazioni per chi ha poca dimestichezza col gioco e vuole migliorare rapidamente. Altri capitoli del libro sono tuttaltro che stellari. I consigli di Mike Caro possono risultare preziosi se non possedete già altri titoli dello stesso autore, altrimenti non otterrete nulla di nuovo da quanto scritto. La parte sul Pot Limit Omaha di Lyle Barman si concentra più su aneddoti e storielle che su strategie di gioco. La buona analisi di Steve Zolotow sulla convenienza a specializzarsi in un solo gioco o conoscerne più d’uno, poteva essere sviluppata in maniera più approfondita. E, infine, le circa 20 pagine sul World Poker Tour scritte da Steve Lipscomb potrebbero andar meglio per il sito ufficiale del WPT piuttosto che per un libro di strategie di gioco.In conclusione: se volete allargare la vostra conoscenza del poker e di molte delle sue varianti, allora il testo può essere un buon punto di riferimento, anche se contiene parti di grande interesse e altre di scarso valore tecnico.Recensione a cura di Assopokerhttp://www.assopoker.com