Titolo Libro: POWER HOLD 'EM STRATEGY

Recensione: Recensione apparsa su Assopoker.com

Pochi giocatori possono vantare il successo che riscuote Daniel Negreanu. Ma d'altronde, la cosa è ampiamente comprensibile visto che ci troviamo di fronte una persona che ha vinto 4 braccialetti alle WSOP, due titoli del World Poker Tour e raggiunto innumerevoli final table negli eventi più importanti del mondo. C’è sempre, quindi, un grande interesse verso tutto quello che fa, dice o scrive questo grande campione, e non fa eccezione "Power Hold’em Strategy", un libro che porta proprio la sua firma e che non delude le aspettative di tutti quelli che ambiscono a diventari seri giocatori di poker. Il testo è formato da quasi 500 pagine tra le quali spiccano le collaborazioni di 5 giocatori molto conosciuti negli ambienti del grande poker internazionale: Evelyn NG, Todd Brunson, Erick Lindgren, Paul Wasicka e David Williams. Il libro inizia proprio con la parte di Evelyn Ng, che introduce e spiega una semplice strategia per i tornei che presenta molte analogie con “Il Sistema” di David Sklansky il quale, ricordiamo, è stato poi ampliato e migliorato oltre che dallo stesso inventore anche dagli autori del famoso “Kill Phil”. Come spiegato da Evelyn, il sistema è una specia di sunto dei consigli che le diede proprio Negreanu quando la giocatrice –ancora inesperta - venne invitata a partecipare al WPT Ladies' Night del 2003 e nel quale si piazzò seconda. Le sezioni intermedie del libro sono invece incentrate maggiormente sul cash-game, anche se ci sono approfondimenti sul gioco di torneo nei capitoli curati da Lindgren e Williams. La sezione di Todd Brunson sul “Come vincere ai limiti più alti” è quella più confusionaria a livello di organizzazione del materiale, presentando una serie di brevi consigli inframezzati da illustrazioni che rapportate al testo appaiono piuttosto inutili. Da menzionare anche le due paginette relative al “Big Game” alla Bobby’s Room del Bellagio, ma solo per il fatto che in fondo ad esse c’è un avvertenza che spiega che la sezione è stata volutamente mantenuta corta per motivi di spazio. Probabilmente Brunson non aveva voglia di entrare nell’argomento più nello specifico.La parte curata da Lindgren - “Come giocare a No-limit Hold’em su internet” - è un intelligente e serio esame di alcuni specifici argomenti del gioco online, tra i quali : come prendere le note, sfruttare i time-tell, riconoscere i betting pattern e utilizzare gli altri modi per ottenere informazioni da parte di giocatori che non possiamo materialmente vedere. “Una prima idea su che tipo di avversario si è seduto al vostro tavolo, potete già farvela osservando con quanti soldi entra in gioco” spiega, ad esempio, Lindgren. Poi ci sono consigli su come comportarsi in presenza di short-stacker, fenomeno online in continua crescita, e ulteriori approfondimenti sul gioco cash-game. La sezione di Paul Wasicka sul “Gioco Short-handed No-limit Cash game” è la più breve del libro, anche se piuttosto istruttiva. Gli argomenti affrontanti includono: il bankroll management, il multitabling, il tilt, i vari tipi di giocatori e alcune considerazioni sul meta-game. Proprio quest’ultimo aspetto è il punto di partenza del contributo di David Williams. La sua analisi prevede lo studio di alcune mani giocate, sia nel cash-game e sia nei tornei. A compendio di tutto ciò vi sono consigli riguardo all’approccio da mantenere nelle prime fasi di un torneo, come calibrare un bluff, quando cambiare marcia e come fronteggiare quelli che lui chiama “gli uomini alpha” ossia i giocatori che mirano ad assumere il controllo del tavolo di gioco. Terminati questi contributi, si arriva naturalmente al pezzo forte del libro: la parte scritta direttamente da Daniel Negreanu. In quasi 200 pagine il campione canadese ci parla del suo famoso stile di gioco “small ball” e di come sia possibile sfruttarlo per affrontare i tornei di no-limit hold’em in condizioni di deep-stack.Il principio fondamentale dello “small ball” è trovare il modo di incrementare la propria dotazione iniziale di chips senza prendere inutili rischi ma sfruttando, invece, in maniera assidua e costante fattori quali la posizione, la texture del board e la debolezza e prevedibilità di alcuni giocatori. “Adottando questo stile di gioco, si ha la possibilità di ammucchiare chips più spesso ma anche di perdere piatti più di sovente rispetto all’approccio long-ball” spiega Daniel. La sezione è ben scritta e molto ordinata. Piuttosto che utilizzare l’approccio di altri testi che usano introdurre i diversi concetti in base alle varie fasi di un torneo (es. early, middle, late e final table), Negreanu organizza il materiali in base ai quattro canonici giri di puntate presenti all’interno di una mano di texas hold’em: preflop, flop, turn e river. Nella trattazione del gioco pre-flop, Daniel presenta a grande linee le starting hands da giocare ma la sezione è volutamente ristretta perchè nel materiale successivo risulta chiaro che le carte hanno un’importanza limitata. Negreanu spiega brevemente quali sono i gruppi di mani che meglio si prestano all’approccio “small ball”, mentre ci sono altri topics che riguardano la misura delle puntate, il come accaparrarsi la dead-money e come effettuare uno smooth call quando si è in posizione.Poichè la skill fondamentale per un corretto approccio small-ball è quella di essere capace di outplayare gli avversari dopo il flop, Negreanu puntualizza alcuni concetti proprio su questa fase del gioco. Gli argomenti sull’azione post-flop riguardano consigli su come giocare in posizione, tenere i piatti bassi, limitare le perdite, sapere quando fare un semi-bluff o un bluff. Ci sono tantissime considerazioni in merito, inclusa quella che parla della sua quasi totale avversione per le probe-bet, da molti ritenute utili per “scoprire dove si è nella mano”. Negreanu invece ci spiega alcuni metodi più economici per avere le stesse informazioni. Arrivati a come giocare il turn, vengono ripresi concetti già affrontati in precedenza ma con l’aggiunta di spiegazioni su specifiche situazioni che capitano più di sovente. Troviamo inoltre, corredate di diversi esempi illustruati, alcune delucidazioni su quelle che sono le implied-odds. Naturalmente il river chiude la trattazione con argomentazioni varie tra cui il value-betting, le puntate difensive, il check negli spot marginali e quando è il caso di buttare via la propria mano. In conclusione, ci sentiamo di dire che la parte di Negreanu vale da sola il prezzo del libro. Daniel ha fatto davvero un ottimo lavoro, unendo alle molteplici spiegazioni dei vari concetti anche una guida visuale fatta di tante mani di esempio.Recensione a cura di Assopokerhttp://www.assopoker.com